Diciamolo: a nessuno piace commettere errori. Eppure l'essere umano non può imparare se non attraverso di essi. Io credo che tutto o gran parte dipenda da quali emozioni abbiamo legato alle prime esperienza significative di errore. Mi spiego meglio. Quando impariamo a camminare, cadiamo a terra innumerevoli volte. Ma ogni singola volta, ci sono schiere di persone che applaudono la nostra volontà e sono felici delle nostre cadute. Ci sorridono e ci motivano.
Poi, ad un certo punto, queso non va più bene. Disorientati entriamo in prima elementare dove pare che l'errore si debba punire con un brutto segno rosso sul quderno, sguardi riprobevoli e dove il nostro valore personale viene legato ad un numero. ASSURDO!!
Io non ero una alunna modello. Avevo difficoltà con la matematica e alle interrogazioni mi bloccavo per l'ansia. E avrei voluto ci fossero insegnanti accudenti che capissero il mio disagio invece di additarmi ed etichettarmi. Non sono stata così fortunata. Ma proprio questo mi aiuta ora nel mio lavoro con gli adolescenti che si confrontano con la scuola o i fallimenti in campo.
L'unico fallimento è non provarci.
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